Sant' Agapito

Tratto da Memorie Prenestine di P. A. Petrini 1796

Celebre ne' fasti Cristiani sotto il giorno decimottavo di agosto è il Nome di S. Agapito Martire, menzionato in tutti i più. Autorevoli Scrittori, e Monumenti Ecclèsiastici. Non parlo io' già delle tre leggende che di lui abbiamo . riguardate dagli Eruditi come il conio, donde fu tratta quélla di San Venanzio ; perché elle sono manifatture di Monaci de' secoli bassi, soliti d'impiegarsi in somiglianti lavori. Lasciamo dunque da parte, documenti di siffatta pasta; e giacchè la Providenza ha disposto che di questo illustre trionfo della Fede parlino con precisione sei antichi Martirologi ven'ficati nelle circostanze, che accennano,dagli Scrittori Pagani e dall' antiche lapidi; contentiamoci delle notizie da loro tramandate, senza farci carico de' cavilli di Dodwello che per volere screditare questi sacri registri screditò sè stesso anche presso i Settarj suoi . Ciò premesso dobbiamo necessariamente riferire questo successo ai tempi correnti, cioè sotto l'lm pero di Aureliano; perché così dicono espressamente il Martirologio Romano quello di Adone, quello di Notkero, ed anche quello di Usuardo , nel quale altra diversità non vi è , se non che l'Imperadore ivi è chiamato Aurelio, in vece di Aureliano:abbreviatura solita ad inicontrarsi negli Atti de' SS. Martiri ; gli altri due Martirologj poi di Beda, e di Rabano tralasciano, è vero, di nominare Aureliano, ma nominano però quell' Antioco, a cui, secondo i precitati. Martirologj commise Aureliano la causa del Santo dicendo, che qùesto Martirio seguì sub Antioco Rege: aggiunto, che riflettendo alla confusione introdotta nella Nomenclatura Romana, dopo gli Antonini, può credersi ùn Agnome essendo cosa notissima che alcune antiche famiglie segnatamente portavano l'agnome Rex e riflettendo ai tempi in cùi scriveva Beda, e Rabano, può credersi un Titolo trovandosi frequentemente nelle vecchie carte intitolati Reges alcuni Ministri del Principato e specialmente quelli ch' erano investiti dell'Autorità punitiva . Lo che posto è duopo rammentarsi che Aureliano, mentre negli anni scorsi guerreggiava in Oriente, s'immaginò che fosse a lui comparso il Dio Sole ad annunziargli la vittoria, che ottenne; e questo fantasma lo accese di tale zelo per la sua falsa. réligione. che appena tornato sui principi di quest anno in Roma, fabbricò un tempio alla sua propizia Deità, si diede a rassettare i Sacerdozj , stabilì l'autorità de' Pontefici, e pubblicò alcune leggi veramente salutari parole di Vopisco Scrittor Pagano, che secondo il contesto significano leggi punitive de' Cristiani; contro de' quali sappiamo altronde, che Àureliano mosse una fierissima persecuzione nell' ultimo anno della sua vita, che incominciò per l'appunto a correre nel secondo, o terzo mese dell'anno presente e che questa persecuzione poi fosse rigorosamente eseguita nelle Provincie prossime a Roma, si ricava dallo Scrittore de Mortibus Persecutorum' ; e che fosse pubblicata prima del mese di settembre viene a' dirlo il Pagi il quale, esaminando accurataménte il testo di Vopisco stabilisce che Aureliano nel mese di settembre di quest'anno partì da Roma per la Tracia, ove ne' primi mesi dell'anno seguente fu ucciso . Come poi avvenisse che nello spazio, trascoro fra la partenza di Aureliano da Roma, e la sua morte. non fossero giunti ancora gli editti di questa persecuzione alle Province Romane piu' remote io non so dirlo: dico però che simili editti non si spedivano con quella celerità, che taluni immaginano : é dico inoltre , che avendo Aureliano presi in odio i Cristiani sul punto di partir da Roma, è probabile che portasse seco i suoi barbari editti per vederli lui presente eseguire ovunque giungeva, come accenna un antico monumento; laonde in quelle Provincie, in cui Aureliano aveva ideato di giungere, ma sorpreso dalla morte non giunse, non giunsero neppur gli editti della sua persecuzione. Nel mese dunque di agosto anno corrente, o incominciò, o aveva di già. incominciato Aureliano ad incrudelire contro i seguaci del Vangelo; e la prima vittima del suo furore fu verosimilmente Agapito giovanetto di quindici anni nativo di Palestrina . Era egli stato istruito nella Fede da un sant' uomo nomato Porifirio ed il tenor della vita faceva testimonianza della sua credenza. Ebbe dunque notizia di lui Aureliano nella dimora, che fece per alcuni giorni della corrente estate in Palestrina, ed ordinatone l'arresto lo fece lungamente flagellare co' nervi alla sua presenza: lo che corrisponde a quanto scrive Vopisco cioè che questo Principe godeva di veder flagellare i condannati sotto gli occhj suoi. Ma siccome ciò non ostante seguitava il Martire a dichiararsi Cristiano, I' Imperadore lo consegnò ad Antioco, acciò egli lo costringesse a sacrificare. Io non so qual carica costui sostenesse ; so bene che se dicesi ch'era Prefetto di Roma, non potrei esser convinto di errore, perchè è vero che il suo nome non trovasi registrato nel catalogo di quei, che in quest' anno sostennero tal carica, ma è vero altresì che quella serie è mancante, e si scoprono tuttodì de 'nomi , che meritano di esservi aggiunti come Prefetti ordinarj, o sostituiti so altresì , che se dicessi che fu Vicario del Prefitto di Roma , mi accosterei al probabile, perchè questo officio era ne' tempi correnti già introdotto, ed aveva giurisdizione nella nostra Città : e so parimenti, che se dicessi che fu Giudice locale di Palestrina, coglierei forse nel vero perchè essendo gì' lmperadori soliti di commettere anche dentro Roma le cause de' Cristiani a qualunque Magistrato quantunque tali giudizj appartenessero al Prefetto della Città ; è molto verisimile che dimorando Aureliano in Palestrina, consegnasse il nostro Santo al Giudice Municipale. Chiunque però costui si fosse assunse sopra di se' l'iniquo incarico; ed essendogli nota la maniera crudele con cui Aureliano trattava quei che prendeva a punire, fece scempi dell' innocente, lo racchiuse in carcere senza somministrargli cibo per quattro giorni gli pose sul capo brage ardenti: lo fece di nuovo flagellare: e lo sospese in aria, tormentandolo con fumo puzzolente sotto la faccia, onde il Santo per iscuotere la mente di quell' Idolatra ebbe a dirgli la sua credenza e' vanità, e le sue occupazioni sono fumo; ma egli ricambiando male per bene, ordinò à quattro manigoldi che un dopo 1' altro tornassero a flagellarlo: gli fece versar sul ventre acqua bollente: comandò gli fossero rotte le mascelle; e lo avrebbe fatto uccidere, se nella Commissione fosse stata a lui concessa autorità di ciò fare; ma perchè appunto non potè sfogare il suo furore colla morte del Santo, ed in questo mezzo un soldato Corniculario, per nome Anastasio, confessò pubblica-mente la potenza del Dio di Agapito, fu l'inviperito Giudice investito da un impeto di collera così veemente che cadde semivivo in terra, e non ostante il soccorso de' suoi, poco dopo spirò: caso avvenuto ad altri per effetto naturale di una violenta passione d'ira; se pure non fu un colpo della divina giustizia, che ha talvolta con morti improvise puniti i persecutori dè' Cristiani . Doveva il successo atterrire Aureliano ma lo spinse anzi a decretar la morte del giovanetto ordinando che fosse esposto alle fiere nell' Anfitéatro, ch' era in Palestrina fabbricato fi nda' tempi di Claudio. Piacque però Altissimo rinovare in questo suo Servo il prodigio, con cui contradistinse altri Santi : i leoni divennero mansueti, ed invece di sbranare il Martire si posero a lambire i suoi piedi; di modo che dopo qualche tempo, volen do i ministri 'dargli morte, furono costretti di estrarlo dall' arena e decollarlo con un colpo, non già di scure, ma di spada, come usavasi colle persone bennate . Il giorno della preziosa morte fu il diciottesimo di agosto, che nell'anno corrente era martedì , ed il sito ove spirò l'anima beata, fu fra due colonne a vista della Città , cioè dove fu poi fabbricata la Cattedrale, come narreremo a suo luogo. Raccolsero nella notte appresso i Cristiani suoi concittadini quel sacro cadavere, e trasportatolo un miglio fuori di Palestrina, lo seppellirono entro una cassa nuova che ivi trovarono: cosa facile ad accadere in tempo, che si faceva di simili casse uso grandissimo per bagnarsi e per riporvi i cadaveri ,e se ne tenevano perciò molte, o di marmo, o di peperino o di creta, pronte al bisogno Siccome poi nel decorso di questo giudizio fu accusato all' Imperadore quell' Anastasio Corniculario che dicemmo essersi convertito in veder la costanza di Agapito e nel tempo istesso' si scoprì che il giovanetto era stato, come accenammo, istruito nella Fede da' S. Porfirio, furono ambedue per ordine di Aureliano arrestati, ed uccisi: I' uno, cioè S. Porfirio i giorno venti di agosto 'apud Praenestinorum Urbem, come dice un codice Vaticano, ch' è solo antico monumento indicante il luogo della sua morte, giacchè la parola Romae, che si legge nel moderno Martirologio Romano , non s' incontra ne' Martirològj Romani stampati l'anno 1505 e 1509. L' altro, cioè S.' Anastasio , nel giorno seguente in un paese , ove probabilmente fu raggiunto, chiamato Salone : sito lontano dodici miglia da Palestrina, che quantunque ora e 'disabitato conserva l'antico nome